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SETTEMBRE
ORE 12.00
Ingresso in sala dalle ore 11.45
L'università in Italia: quali prospettive?
Cristina Messa, Ministro dell'Università e della Ricerca;
Elio Franzini, Rettore dell'Università degli Studi di Milano
27
ORE 15.30
Ingresso in sala dalle ore 15.15
Giustizia e diritto: oltre le categorie di giustizialismo e garantismo
Marta Cartabia, Ministro della Giustizia;
Francesco Viganò, già giudice della Corte Costituzionale
LUNEDI
ORE 21.00
Eppure sembra un uomo - Dialogo tra Giorgio Gaber e un "non so"
Serata musicale dedicata alla figura di Giorgio Gaber
SETTEMBRE
28
ORE 18.00
Ingresso in sala dalle ore 17.45
Cosa muove la storia? Stati, società e individui
Dario Fabbri, Consigliere scientifico e coordinatore America di Limes - Rivista Italiana di Geopolitica;
Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà
MARTEDI
programma
HAPPY
HOUR
I partecipanti agli appuntamenti del convegno potranno sfruttare le offerte ad hoc predisposte da alcuni locali vicini all'università. Per ottenere i buoni sconto rivolgersi ai banchetti di Obiettivo Studenti in Via Festa del Perdono
curiosità
Opera in copertina
Elogio del horizonte
di Eduardo Chilida
“Vorrei mettere l’uomo davanti a uno
spettacolo così impressionante come è
l’orizzonte, irraggiungibile, necessario.
Perché, se ci pensi bene, l’orizzonte è
irraggiungibile, nessuno lo può negare. (…) Se tu avanzi, lui si sposta. Sono arrivato a pensare che forse l’orizzonte è la patria comune di tutti gli uomini…”
Eduardo Chilida
Elogio dell’orizzonte è rappresentato come una grande porta in cemento armato, aperta sull’orizzonte, dove un cerchio spezzato è retto da due grandi sostegni. Chillida vuole costruire un “non spazio” silenzioso, una totale apertura verso quell’orizzonte a lui tanto caro: qualcosa di così apparentemente definibile con una linea eppure così irraggiungibile; un’apertura all’ultimo punto di ogni sguardo che continuamente rilanci in avanti la ricerca dell’uomo, sempre “più in là”. Questa grande porta diventa un avvolgente abbraccio, che si eleva dal prato creando un legame tra terra e cielo. Chillida stesso spiega bene la dinamica del suo modo di lavorare: «Io non rappresento, domando».
L’artista, e ciascuno di noi, non è il proprietario della scena della sua vita, su cui possa rappresentare a piacimento l’azione che più gli aggrada. È colui che si trova nel mondo, sa che ha un insostituibile ruolo da svolgervi, ma non ne conosce né i dettagli né le modalità, e per questo «domanda»
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